Pressofusione Alluminio

LA CIBEK PRESSOFUSIONE

Evoluzione della pressofusione

  La Cibek Pressofusione  
  Foto storica La Cibek  

La pressofusione nasce negli Stati Uniti per un’idea di Herman Doehler co-fondatore della Doehler-Jarvis che sviluppò la prima macchina di pressofusione. Sempre negli Stati Uniti nel 1915 fu prodotto il primo pressofuso di Alluminio al mondo per un utilizzo commerciale.

Nel 1938 la Triulzi di Milano, copiando da una vecchia "Polak", progetta e costruisce la prima macchina orizzontale adatta a fondere sotto pressione alluminio in lega. Con questa tecnologia si superano i vecchi concetti di colata fino ad allora in uso: cioè la fusione in sabbia e conchiglia.

Le presse non (erano) ancora dotate di un sistema di chiusura a ginocchiera e neppure di "forze" di moltiplicazione con bombole di gas inerte (Azoto), utilizzavano pompe per alimentare grandi cilindri ad acqua compressa.

Negli anni, nascono in provincia di Brescia decine di aziende che traggono vantaggio dall'evoluzione tecnologica e producono pressofusi in modo sempre più efficiente e competitivo con sistemi di iniezione a ciclo chiuso, costituendo, di fatto, un distretto della pressofusione con baricentro su Brescia.

Metodologie di produzione in Italia

La pressofusione, era inizialmente chiamata, fonderia in conchiglia sotto pressione che è un procedimento di fonderia dove il metallo fuso, Alluminio o Zama, viene iniettato ad alta pressione in uno stampo. Questo particolare procedimento è stato utilizzato inizialmente negli USA nella seconda metà dell’800.

Lo stampo utilizzato per la pressofusione è in realtà composto da 2 semi stampi, di solito in acciaio temprato. Data questa caratteristica dello stampo è possibile fondere solo materiali che hanno il loro punto di fusione ad una temperatura inferiore rispetto a quella con cui lo stampo è stato costruito.

I materiali utilizzati nella pressofusione sono in prevalenza Alluminio e Zama (leghe di Zinco). La pressione necessaria per iniettare il metallo da fondere è in genere piuttosto elevata e può andare da 20 a 1500 bar. La pressione può essere mantenuta per l’intera durata del processo di pressofusione (fino alla solidificazione del metallo).

In seguito alla fase di iniezione c'è la fase di raffreddamento dello stampo che viene effettuata utilizzando un liquido refrigerante all’interno dello stampo attraverso circuiti di termoregolazione.

In Cibek il ciclo di pressofusione, è completamente automatizzato garantendo quindi un'alta produttività.

Evoluzione della pressofusione Evoluzione della pressofusione

Pressofusione a camera calda

La pressofusione a camera calda avviene grazie ad un forno che consente un migliore controllo della temperatura di fusione ed una produttività più elevata. Nel caso della pressofusione a camera calda, la pressione necessaria è inferiore rispetto alla pressofusione a camera fredda e difficilmente supera i 130/140 bar.

La pressofusione a camera calda viene utilizzata essenzialmente per le leghe di Zinco (Zama) e consente una finitura superficiale elevata.

Il processo di pressofusione in camera fredda avviene con un minor controllo della temperatura del getto liquido e una produttività inferiore in quanto richiede più tempo nella fase di iniezione.

La pressofusione in camera fredda consente di utilizzare una scelta più ampia di materiali (leghe Alluminio ed anche Zinco) e di raggiungere pressioni più elevate (1500 bar).